In sessant’anni di carriera Manfredo Manfredi e la sua arte animata hanno attraversato la storia stessa del cinema italiano, e ne sono una manifestazione concreta. Manfredi ha lavorato per la TV nei primi anni sessanta, poi come tanti giovani della sua generazione – da Brocani a Olmi – per la mitica Corona Cinematografica, quando legge e soldi lo consentivano; per un breve periodo ha continuato in solitudine, auto-producendosi, e tra il 1980 e la metà dei ’90 ha fatto parte di una società, la Cineteam, con la quale ha realizzato film, decine di sigle per programmi Rai, spot pubblicitari. Nei vent’anni successivi si dedica esclusivamente alla pittura, arte che pratica fin dall’infanzia. Nel 2015 ritorna al cinema realizzando un nuovo film, auto-prodotto, a cui abbiamo avuto l’onore di dare il nostro amichevole apporto.
In queste lunghe fasi sono radicalmente cambiati tempi, temi, possibilità, denari e modi, e Manfredo ha continuato a portare avanti la sua sperimentazione, la ricerca artistica, la sensibilità narrativa, lavorando quasi sempre da solo o con troupe ridottissime, intrecciando tali pratiche produttive allo sviluppo di decine di tecniche e di storie differenti, senza mai minare la propria coerenza artistica.
A dimostrarlo è la sua filmografia di cui pubblichiamo vari esempi, da K.O. del 1969 a Lo spirito della notte del 2018, oltre a un provino inedito per il VI Canto dell’Inferno di Dante e a una selezione di sigle per storici programmi televisivi. (gs)
K.O. (1969)
Regia, soggetto e animazione: Manfredo Manfredi; musica: Franco Brugnolini; fotografia: Elio Gagliardo; produzione: Corona Cinematografica
E’ la storia di un doppio fallimento. L’ambulanza attraversa la notte, i medici cercano di salvare un uomo, il suo cuore pulsa ancora. Su un ponte della ferrovia un altro uomo accovacciato presso i binari, è un ex pugile, oggi venditore di noccioline nello stesso stadio dove un tempo gareggiava. Dal flusso dei suoi ricordi assistiamo al suo ultimo incontro fino al K.O. finale che si va a collegare con la scena iniziale del film con l’ambulanza, i medici e il cuore che lentamente si ferma. L’uomo dal ponte si lancia nel vuoto ma viene salvato….
E’ mattina, il primo sole scopre l’uomo seduto presso il fiume… la vita continua.
Regia, soggetto e animazione: Manfredo Manfredi; musica: Vieri Tosatti; fotografia: Franco Zambelli; produzione: Corona Cinematografica
Un film sugli orrori della guerra e sulla responsabilità morale dell’artista che vuole rappresentarla.
Il film di taglio gotico è del 1970, sono quelli gli anni della grande paura della Bomba, la guerra fredda domina la politica internazionale e il conflitto del Vietnam è agli esordi. L’idea del film parte proprio da queste paure che tanto animavano le coscienze di allora. Il film è una riflessione sulla violenza e sulla pretesa “verità” dell’opera d’arte: la verità sta nella vita, l’arte è un sogno… forse.
Il film si avvale dei miei primi tentativi di pittura diretta sia sotto l’occhio della ripresa, sia direttamente sulla pellicola.
Medaglia di Bronzo alla X° edizione del Cartamen di Barcellona.
NUVOLE (1975)
Regia, soggetto e animazione: Manfredo Manfredi; musica: a cura di Aldo Raparelli; fotografia: Franco Zambelli; produzione: Corona Cinematografica
Nel buio profondo qualcosa si muove. Un piccolo germe ostinatamente si propone alla vita con caparbia determinazione. Prima lottando contro misteriose forze che lo vorrebbero distruggere, poi crescendo e fortificandosi sotto l’indifferente sguardo di un ampio cielo percorso da nuvole che pigramente trasmigrano, seguendo l’ininterrotto flusso del tempo. Il film è una metafora della vita, un ciclo si è chiuso ma nel buio profondo già qualcosa si muove…
IMMAGINI (1976)
Regia, soggetto e animazione Manfredo Manfredi; musica a cura di Aldo Raparelli; fotografia Franco Zambelli; produzione Corona Cinematografica.
Una successione di emozioni visive in una specie di rotocalco filmato dove i brani seguono una logica ironico/drammatica che pone in luce con evidenza le manie, le paure e i miti che scuotevano la società neo-consumistica di quegli anni, cercando però di superare la pura cronaca per avventurarsi in una riflessione sul senso del vedere e dell’immaginare.
La tecnica usata va dal disegno in diretta al rotoscope al work in progress, al citazionismo, alla contaminazione fotografica.
Regia, soggetto e animazione Manfredo Manfredi; musica a cura di Aldo Raparelli; fotografia Sergio Faiella; produzione Cineteam.
L’apertura di una finestra per il vento, nell’interno vuoto un uomo e una donna siedono uno di fronte all’altro. L’uomo si alza per chiudere la finestra ma passando dietro alla donna, la afferra, la soffoca, la uccide. Poi la storia si srotola in un continuo rimbalzo di situazioni dove la percezione del presente, del passato o della pura immaginazione, si sovrappongono sfumando i propri limiti che diventano ambigui e allusivi fino alla chiusura del cerchio e del racconto.
Come all’inizio: il vento, l’apertura della finestra, l’uomo e la donna, l’uomo che si alza e sfiora la donna con una mano che ricambia voltandosi in un gesto affettuoso e complice, poi l’uomo chiude la finestra… Nulla è successo?… Un film sull’ambiguità delle cose in un labirinto memoriale.
Dedalo vinse nel 1976 il primo premio al Festival di Ottawa e nello stesso anno una Nomination agli Oscar, nel 1977 il Premio Label in Francia, nel 1979 il Nastro d’Argento in Italia.
E’ l’interpretazione animata del celebre brano dal capolavoro mozartiano “Il flauto magico”, inserito poi nell’opera che Gianini e Luzzati stavano realizzando.
Canto VI dell’Inferno della Divina Commedia di Dante – Provino (1992)
Regia e animazione: Manfredo Manfredi; voce: Carlo D’Angelo; produzione: Cineteam
Il provino faceva parte di un progetto ambizioso che ha lasciato tracce ma che non arrivò mai a concretizzarsi. Rimangono vari provini, studi, storyboard (completi quelli del I° e del XXVI° Canto) e la realizzazione completa del Canto XXVI° (quello di Ulisse) che entrò poi nel progetto Rai Educational Mondo 3.
Il provino del VI° Canto ha la durata di circa 3′ e si riferisce alla discesa di Dante e Virgilio all’interno del terzo Cerchio dei golosi, dall’incontro con Cerbero fino all’apparizione di Ciacco. La tecnica usata è quella del rotoscope.
Canto XXVI dell’Inferno della Divina Commedia di Dante (1997)
Regia e animazione: Manfredo Manfredi; Lettura: Vittorio Sermonti; Produzione: Cineteam
Un’interpretazione filmica pittorica sul testo integrale del Canto di Ulisse, letto da Vittorio Sermonti.
Era difficile dare forma a quell’oceano infinito che è l’Inferno di Dante, a questo scopo cercai una tecnica che mi potesse dare grande libertà di espressione e che avesse anche possibilità di una “luce interiore”. Scelsi la pittura ad olio, da eseguirsi su un vetro frapposto tra la cinepresa e la fonte luminosa in modo da ricavarne una luce come filtrata da una vetrata. Questa tecnica di pittura in diretta, comportava ampi rischi primo fra tutti l’impossibilità della ripetizione in caso d’errore. Per alcuni passaggi con effetti, feci anche uso di una fotocopiatrice usandola con movimenti manuali. Il film entrò nel progetto RAI Educational Mondo 3.
Il film entrò nel progetto RAI Educational Mondo 3.
Le città invisibili (1998)
Regia e animazione: Manfredo Manfredi; fotografia: Franco Sorichetti; produzione: Cineteam
L’Istituto Italiano degli Studi Filosofici Mondo 3 di RAI Educational, mi invitò a dare un’interpretazione ad uno dei tanti testi della grande letteratura mondiale, scelti da un comitato internazionale di esperti, da inserirsi poi, con altre testimonianze, all’interno di una Enciclopedia Multimediale che si stava creando.
Scelsi “Le città invisibili” di Italo Calvino che già amavo e che, per il suo modo visionario, sentivo particolarmente vicino. Da un punto di vista stilistico ho scelto il disegno su carta, mi interessava il senso fluido del racconto, la magia onirica del ricordo nel ritmo ripetuto del tempo.
Riaffiora poi il reale che riconduce lo spettatore al foglio di carta che svela il quotidiano esibendo i processi di costruzione del film: i disegni all’interno del fotogramma svelano i numeri d’identificazione delle scene, i nomi delle città, il quotidiano insomma riconquista lo spazio.
LO SPIRITO DELLA NOTTE (2018)
Regia, soggetto e animazione Manfredo Manfredi; suono e musica Andrea Martignoni; realizzato in collaborazione con Nomadica.
L’artista ritorna nel suo atelier, di notte. Le fantasie, le inquietudini, i ricordi si sovrappongono e prendono vita, fino all’alba, quando il mondo riprende la routine quotidiana.
Note di regia: La notte è spesso intesa come un luogo altro, uno spazio dionisiaco dove aleggia il dubbio opposto all’apollinea certezza del giorno. Uno spazio dove la mente si avventura, all’approssimarsi del sogno, nel groviglio dei sensi oppure nella più lucida speculazione intellettuale. La notte è però anche un luogo dell’Arte: ed è a questo luogo mentale e fisico che si ispira questo breve film che nasce dopo un lungo periodo di riflessione rispetto al cinema d’animazione.
Sigle TV (’78/’90)
Per tutti gli anni ’80 e l’inizio degli anni ’90 pensai e realizzai per RAI TV molte sigle per programmi culturali, di cinema e d’intrattenimento. Avevo molta libertà d’azione e quindi ebbi modo di dare sfogo alla fantasia e sperimentare nuove tecniche. In quegli stessi anni, seguendo il mio istinto o forse reagendo alla marea crescente delle nuove tecnologie elettroniche, ho spesso usato una tecnica di grande semplicità e complessità insieme, quella cioè di lavorare direttamente, fotogramma per fotogramma, sotto la macchina da presa: un work in progress che concedeva ampi spazi all’estro e all’improvvisazione.
• Carosello (sigla, 1962)
• Rai. Di tutto di più.
• Il fascino dell’insolito. Itinerari nella letteratura dal gotico alla fantascienza. A cura di Angelo Ivaldi.
• Una lingua per tutti. Il russo.
• L’urlo della città. Metropoli e violenza nel cinema americano anni ’70. A cura di Enrico Ghezzi.
• Tutto Shakespeare. A cura di Giampiero Maccioni. Consulenza letteraria di Agostino Lombardo. Direzioni artistica di Maurizio Scaparro.
• Tutto Shakespeare (versione inedita).
• Germania pallida madre. A cura di Vieri Razzini e Enrico Ghezzi.
• Schegge di futuro. Science fiction ’70/’80. A cura di Enrico Ghezzi.
• Cinque storie inquietanti. A cura di Carlo Di Carlo.
• Una certa idea della Francia (secondo ciclo). Chabrol, Granier-Deferre e (affettuosamente) anche gli altri… A cura di Claudio G. Fava
• Il giallo ha mille occhi. A cura di Carlo Brancaleoni, Marzia Positano, Anna Albanese, Vieri Razzini.
• Sette passi nel fantastico. A cura di Nedo Ivaldi.
• Gegorvit (spot)